Non era mai successo prima, non è più accaduto ed è altamente improbabile che accada ancora: che un pilota, dopo essere diventato campione del mondo di motociclismo per 7 volte, si fregi della corona iridata anche con le quattro ruote, esattamente in Formula 1.
Protagonista di questa impresa unica nella storia delle competizioni, John Surtees.
Prima di passare all'automobilismo, l'inglese aveva corso con le due ruote (gavetta classica del mondo delle corse dagli inizi del secolo fino agli anni sessanta e che aveva percorso anche Mike Hailwood arrivando però solo al titolo europeo di Formula 2 nel '72), svettando per ben sette volte nel campionato del mondo con l'italiana MV Agusta.
Ed è sempre l'Italia a consentire a Surtees di primeggiare anche in Formula1, visto che John conquista il titolo iridato con l'italianissima Ferrari nel 1964.
Nella stagione successiva, non c'è nulla da fare per nessuno contro lo strapotere della Lotus e di Jim Clark, e la Ferrari deve segnare il passo, con Surtees che ottiene come miglior risultato un secondo posto nella gara in Sud Africa. Nel corso della stagione, l'armonia fra il pilota inglese e il team modenese, va sempre più deteriorandosi coinvolgendo Bandini, suo compagno di squadra, e Eugenio Dragoni, direttore sportivo, per esplodere clamorosamente nel '66: dopo solo due gran premi, Surtees viene infatti licenziato in tronco accusato di fornire informazioni preziose alla concorrente Lola per la realizzazione di una vettura Sport.
Si chiude così fra mille polemiche il rapporto fra il Cavallino rampante e John Surtees, una collaborazione che Enzo Ferrari ha tratteggiato in questo modo nel suo "Piloti che gente": "Sono note le mie simpatie per gli ex motociclisti,(quindi a Enzo Ferrari Valentino Rossi sarebbe piaciuto molto!) che hanno esperienza, conoscenza meccanica, pratica di velocità, senso agonistico e, non ultima, operosità di umile lavoro.
John Surtees era uno di questi ex e compendiava tutte le grandi capacità che ho elencato. Di John mi piaceva la tecnica, la passione, lo spirito che in parti uguali e senza risparmio profondeva nella competizione. Mi piaceva la sua serietà: studiava la corsa e si preparava con conoscenza e impegno; attento a ogni particolare, meticoloso, osservava gli avversari, le macchine, le caratteristiche della pista, sempre alla ricerca del particolare da sfruttare, del dettaglio da risolvere a proprio vantaggio. E così era anche nei confronti della sua macchina: non era mai contento, perché sapeva che in meccanica c'è sempre "qualche cosa d'altro" che si può scovare, in barba alla logica e al calcolo esatto.
In corsa, Big John viveva la competizione minuto per minuto. Dopo essere stato un grande campione sulle due ruote - sette volte mondiale - conquistò con la Ferrari 158 il titolo mondiale nel 1964. Ebbe poi un grave incidente in Canada, ma in poco tempo ritornò sulle piste.
Divorziò dalla Ferrari nel 1966, e poteva essere con facilità il suo secondo alloro mondiale sulle quattro ruote. Inutile ricordare come e perché si giunse a una separazione che spiacque agli sportivi, nè desidero rievocare certi aspetti polemici che John assunse nei confronti del compagno di squadra Bandini, del direttore sportivo Dragoni e dei tecnici del reparto corse".
Protagonista di questa impresa unica nella storia delle competizioni, John Surtees.
Prima di passare all'automobilismo, l'inglese aveva corso con le due ruote (gavetta classica del mondo delle corse dagli inizi del secolo fino agli anni sessanta e che aveva percorso anche Mike Hailwood arrivando però solo al titolo europeo di Formula 2 nel '72), svettando per ben sette volte nel campionato del mondo con l'italiana MV Agusta.
Ed è sempre l'Italia a consentire a Surtees di primeggiare anche in Formula1, visto che John conquista il titolo iridato con l'italianissima Ferrari nel 1964.
Nella stagione successiva, non c'è nulla da fare per nessuno contro lo strapotere della Lotus e di Jim Clark, e la Ferrari deve segnare il passo, con Surtees che ottiene come miglior risultato un secondo posto nella gara in Sud Africa. Nel corso della stagione, l'armonia fra il pilota inglese e il team modenese, va sempre più deteriorandosi coinvolgendo Bandini, suo compagno di squadra, e Eugenio Dragoni, direttore sportivo, per esplodere clamorosamente nel '66: dopo solo due gran premi, Surtees viene infatti licenziato in tronco accusato di fornire informazioni preziose alla concorrente Lola per la realizzazione di una vettura Sport.
Si chiude così fra mille polemiche il rapporto fra il Cavallino rampante e John Surtees, una collaborazione che Enzo Ferrari ha tratteggiato in questo modo nel suo "Piloti che gente": "Sono note le mie simpatie per gli ex motociclisti,(quindi a Enzo Ferrari Valentino Rossi sarebbe piaciuto molto!) che hanno esperienza, conoscenza meccanica, pratica di velocità, senso agonistico e, non ultima, operosità di umile lavoro.
John Surtees era uno di questi ex e compendiava tutte le grandi capacità che ho elencato. Di John mi piaceva la tecnica, la passione, lo spirito che in parti uguali e senza risparmio profondeva nella competizione. Mi piaceva la sua serietà: studiava la corsa e si preparava con conoscenza e impegno; attento a ogni particolare, meticoloso, osservava gli avversari, le macchine, le caratteristiche della pista, sempre alla ricerca del particolare da sfruttare, del dettaglio da risolvere a proprio vantaggio. E così era anche nei confronti della sua macchina: non era mai contento, perché sapeva che in meccanica c'è sempre "qualche cosa d'altro" che si può scovare, in barba alla logica e al calcolo esatto.
In corsa, Big John viveva la competizione minuto per minuto. Dopo essere stato un grande campione sulle due ruote - sette volte mondiale - conquistò con la Ferrari 158 il titolo mondiale nel 1964. Ebbe poi un grave incidente in Canada, ma in poco tempo ritornò sulle piste.
Divorziò dalla Ferrari nel 1966, e poteva essere con facilità il suo secondo alloro mondiale sulle quattro ruote. Inutile ricordare come e perché si giunse a una separazione che spiacque agli sportivi, nè desidero rievocare certi aspetti polemici che John assunse nei confronti del compagno di squadra Bandini, del direttore sportivo Dragoni e dei tecnici del reparto corse".
13 commenti:
Big John ebbe la fortuna di avere il massimo che la produzione di quei tempi permetteva
lui come pilota ricordava molto il lauda dei bei tempi ,silenzioso,preciso,costante e sopratutto vincente
poi lo stile ferrari lo conosciamo:quanti mondiali ha bruciato e quanti bravissimi piloti l'hanno lasciata o peggio non sono mai valuti venire a guidare le rosse?
secondo me la ferrari accusò ingiustamente surtees di spionaggio,
poi la storia si ripetè con regazzoni villneuve prost
Si è vero il Drake non aveva un bel carattere e trattò ingiustamente molti piloti, ma non capisco perchè Villeneuve tra quelli accusati di spionaggio?
Inoltre, Jim Clark era Jim Clark. Mi piaceva tantissimo! Ho avuto un bel "trauma" quando è morto...
Jim Clark, era bello come un'attore del cinema! ma tu te lo ricordi? no eri un pò piccola quando è morto?
intendevo dire che la ferrari per ha rovinato le carriere di molti piloti con comportamenti molto discutibili
surtees per il motivo(falso)di spionaggio ...gli altri per altri motivi...
sulla figura di enzo ferrari rimarrà sempre quest'ombra di padrepadrone
Dumhaikkonen caro... io ero piccola, ma già da piccola guardavo le gare! Pensa a mia madre nella macchina di Nuvolari quando aveva 9 anni...
Devo confessarti che a te e a Max vi invidio un pochino...perchè evete avuto la fortuna di vivere in anni stupendi sotto tutti i punti di vista! Per la musica, per i motori, per il sociale, il lavoro...il nostro mondo era migliore, la gente era migliore e le cose più belle sono state realizzate in quei anni.
Oggi ci sentiamo tutti derubati della nostra vita delle nostre tradizioni e del nostro futuro!
Ci sono sempre cose per invidiare. Per esempio, a me non m'importerei avere la tua età (eh eh eh. Pensa che, malgrado il mondo che abbiamo adesso, tutti siamo alla fine responsabili delle nostre vite. Non si può colpare gli altri... Sebbene sia una gran tentazione!
Baci
sai che soddisfazione vedere il vincitore del GP col tuo stesso tuo cognome
Ahggggg.... morirò della curiosità!
ERA CONSIDERATO ITALIANO ANCHE SE NON LO ERA! Quindi......?
C'era tantissimo tempo che non pensavo tanto! UFFFF. Non hai compasione d'una vecchieta, stanca e troppo occupata per pensare così??? AGGGGGGHHHHH
i nonni erano bergamaschi come i miei (da parte di padre)poi lui ha scelto per sua comodità un'altra nazione
ma in fondo è rimasto italiano
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