venerdì 26 marzo 2010

Alonso: "Siamo in Formula Uno questo non è il Cirque du Soleil"

Il pilota spagnolo della Ferrari: 


«Quale noia, è così da 15 anni»

Fernando Alonso nel 2006 vinse la prima gara della stagione in Bahrein e poi diventò campione del mondo. «Lasciamo stare, non significa nulla» commenta ora, infastidito da tante celebrazioni. «La festa è finita: pensiamo al Gran premio d’Australia».

Qual è oggi l’avversario più forte?

«La Red Bull. A fine 2009 era la più veloce, non mi stupisce che lo sia ancora».

Però in Bahrein ha vinto lei davanti a Massa: due Ferrari.

«Funziona come nel calcio: giocare bene non ti garantisce il risultato».

Fortuna?

«Anche. Se Vettel non avesse avuto un problema tecnico sarebbe stato più complicato. Però una vettura affidabile è un punto a favore. Noi ce l’abbiamo».

Dopo la prima curva, l’unico sorpasso è dovuto a un rallentamento dell’avversario. Una noia, non crede?

«No, non credo».

Sono state proposte nuove regole...

«L’anno scorso, quando Button ha vinto 6 delle prime 7 gare, non mi pare che siano cambiati i regolamenti. Era una noia? Forse sì, forse no. Quando Schumacher vinceva 5 mondiali di fila era noioso? Forse sì, forse no. Se vogliamo gare sul bagnato, safety car, incidenti, non ci siamo: questa è la Formula 1, non il Cirque du soleil».

Rendere obbligatori 2 pit stop?

«Che cosa cambierebbe? In pole ci finisce il più veloce, i sorpassi sono quasi impossibili, l’ordine di arrivo resta uguale. Ho rivisto la corsa in tv e non mi è sembrata brutta: ci sono stati duelli tra le due Ferrari e Vettel, tra Hamilton e Rosberg, tra Schumacher, Button e Webber. Se non si supera non dipende dalle regole del 2010: è così da 15 anni».

Ci spiega il perché?

«Perché quando ci si avvicina a un avversario, la vettura perde carico aerodinamico. Il pilota sente l’auto scivolare come se guidasse su una pista umida, quindi deve rallentare di più in curva e perde terreno».

Si dice che la Red Bull vada forte perché parte con 6 chili in meno di benzina.

«Sono voci. Io sono soddisfatto del lavoro fatto con la Ferrari. Non ho attaccato Vettel all’inizio perché con le gomme morbide andava più forte di me. Con le dure mi trovavo meglio io, o forse era lui che si limitava a controllare. Qui a Melbourne spero di stargli davanti in qualifica e al via, così risolviamo il problema».

Quindi lo ammette: un Gp si decide tra il giro di qualifica e la prima curva. Tanto vale prepararsi di conseguenza.

«Lo si fa da anni, ma anche il ritmo in gara è importante. Quella in Bahrein è stata soltanto la prima gara. In Malesia e Cina ci sarà qualche possibilità di sorpassare».

La sostituzione dei motori domenica mattina in Bahrein è un campanello di allarme?

«No. Eravamo in buona posizione e non volevamo correre rischi. Quei motori li riuseremo qui nelle prove libere».

Il via è alle 17, le 8 in Europa: ci saranno problemi di visibilità e quindi di sicurezza?

«Sì. La cosa triste è che noi piloti l’avevamo segnalato già l’anno scorso: nessuno ci ha ascoltati».

Senna ora avrebbe 50 anni: un ricordo?

«Ero un ragazzino che cominciava a vincere con i kart e lui il mio supereroe».

Come ha visto Schumacher?

«Il talento non si discute, ma risponderò tra 2 o 3 gare».

In questi giorni è tornato a mangiare da voi.

«La cucina Ferrari è la migliore».

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