lunedì 12 maggio 2008

Massa: «Per il Mondiale ci sono anch’io»


Il brasiliano della Ferrari: «Sono in mezzo alla battaglia. Il contratto triennale mi ha dato tranquillità»

ISTANBUL, 12 maggio - «Sono piuttosto felice del mio momento, piuttosto tranquillo per il mio futuro. Ho un contratto triennale». Felipe Massa aveva esordito così nel suo week end in Turchia, manifestando sicurezza, a dispetto delle voci critiche. Ha vinto alla grande il Gp per la terza volta consecutiva a Istanbul e ora gongola: «Ci sono anch'io nella lotta per il mondiale». Il suo atteggiamento era un modo per chiarire che non si sentiva, e infatti non lo era, affatto in discussione alla Ferrari. Non a caso la scuderia gli aveva offerto il prolungamento del contratto fino al 2010 alla vigilia del Gp del Brasile dell'anno scorso. Vinse Kimi Raikkonen, ma si vide come Massa fosse ligio al suo dovere, lasciando andare il finlandese in lotta per il mondiale. Il resto è un lavoro fatto di grandi sacrifici, di grande serietà, di grande impegno: ottime soddisfazioni, sette vittorie, 11 podi, sei doppiette insieme con Kimi. Tanto, quanto basta per meritarsi il posto in Ferrari.

GUERRIERO - Ma Massa adesso vuole di più: «Sì, ora sono proprio in mezzo alla battaglia - dice il pilota brasiliano - guardando indietro alle corse fatte, Kimi ha vinto una volta, e io ho vinto la gara successiva. Raikkonen ha rivinto ancora, e io ho trionfato a Istanbul. È una alternanza che mi fa sentire all'interno della battaglia mondiale. Ho sentito, nelle ultime corse, di essere competitivo sempre e di poter ridurre il gap un poco a poco. Ora sono a fianco di Hamilton e penso alle prossime gare. A volte vincerò, a volte no. L'importante è che sappia fare sempre punti, come ha fatto Kimi in Turchia».

REGOLAMENTO INTERNO - Insomma, ora c'è la consapevolezza che il mondiale può tornare dalle parti del Brasile. C'è anche la possibilità di rivedere un duello tra piloti con la stessa tuta come fu un tempo, bellissimo, con Ayrton Senna e con Alain Prost (entrambi alla McLaren), per infiammare un mondiale altrimenti un po’ apatico. In Ferrari le regole sono chiare, prima viene la squadra. Massa non lo ha solo accettato questo regolamento interno, ma lo ha fatto proprio dimostrando la capacità di sacrificarsi come fece in Brasile l'anno scorso dove lo ha messo in atto totalmente. La sua sola chance per avere l'appoggio totale della squadra è di fare più punti di Raikkonen, stargli davanti, costringendo così il team a puntare su di lui. Per farlo bisogna vincere. In Turchia lo ha fatto, ora ci sono Montecarlo e il Canada.

TUTTI IN FRANCIA - Al debriefing a Maranello stamattina è intervenuto anche il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Da mercoledì a venerdì si va a Le Castellet, in Francia, per provare due giorni con Raikkonen, la macchina per Montecarlo, mentre il terzo ci sarà proprio Massa alla guida, in prospettiva Montreal. Dove appunto si capirà se Massa è davvero uno che può lottare per il mondiale.

Domenicali frena: «Non siamo i più forti»

«Gli avversari ci sono. Ci saranno sempre, fino alla fine. Dobbiamo restare concentrati e lavorare. Non è vero che siamo i più forti». Lasciando l'Istanbul Park, Stefano Domenicali, il capo della scuderia Ferrari che ieri non ha ottenuto la terza doppietta di fila solo perchè ha trovato in Lewis Hamilton e nella McLaren Mercedes uno splendido avversario, analizza la situazione e parlando alla stampa manda un messaggio al suo team. Guai a convincersi di essere i migliori.

LA DEDICA - Il successo di Felipe Massa e il terzo posto di Kimi Raikkonen li dedica a Clementina di Montezemolo, la figlia del presidente Ferrari che sabato a Bologna è convolata a nozze. Massa l'ha dedicata anche a lui, che proprio ieri ha compiuto 43 anni, conducendo il team alla vittoria contro una McLaren fortissima: «Assolutamente sì. Penso che questo risultato vada valutato in modo assolutamente positivo. Con quello che è successo al via, con quel contatto tra Kimi e Kovalainen, la gara si sarebbe potuta mettere molto peggio e dunque anche il suo terzo posto va benissimo. E poi non è vero che siamo i più forti. Guardate la Bmw. Hanno fatto una gara apparentemente tranquilla, senza lottare per la vittoria, e invece hanno preso nove punti. E dunque sono molto contento, anche perchè stiamo rispettando la tabella di marcia per recuperare i punti persi in Australia. Ora ci attendono Montecarlo e Canada, due gare difficili, visti i precedenti per noi. Le abbiamo affrontate con delle simulazioni in cui abbiamo scelto un atteggiamento diverso rispetto all'anno scorso. Spero che raccoglieremo in pista i risultati di questo lavoro. Che è duro. E ieri in Turchia è stato un grande risultato di squadra. Per questo ho mandato sul podio il capo dei meccanici, Francesco Uguzzoni. Perché è un successo che va condiviso con tutti. Ed è il giusto regalo di matrimonio per la figlia del presidente

LA TATTICA - La strategia è stata determinante: «Come sempre. Dopo il primo pit stop di Hamilton abbiamo capito che sarebbe andato sulle tre soste. Abbiamo detto a Felipe di andare tranquillo, di non rischiare. Adesso andiamo da mercoledì a venerdì a Le Castellet, due giorni con Kimi, il terzo con Felipe, per prove molto importanti. Dobbiamo verificare il lavoro di simulazione per Montecarlo e non fare la figura dell'anno scorso». Domenicali ammette che, in effetti, la vittoria di Massa è anche una risposta alle cattiverie: «Siamo strafelici della nostra coppia di piloti e mi fa piacere che Felipe abbia risposto in pista. Siamo onorati di avere due piloti nelle prime due posizioni della classifica. Andiamo avanti così». La McLaren ha puntato su tre soste: «Ci ha stupiti. Pensavamo che sarebbe stata rischiosa una strategia del genere. E infatti noi l'abbiamo scartata».

I PROBLEMI - Raikkonen ha avuto problemi con il secondo treno di gomme: «Avevamo il dubbio se proseguire con le morbide o andare sulle dure. Col senno di poi magari era meglio la seconda soluzione, ma abbiamo continuato con le soft perchè Kimi ha fatto il giro veloce in pista nell'ultimo giro del primo stint. Va considerato che il passo della McLaren era davvero forte. E poi dobbiamo ancora capire se il contatto tra Kimi e Kovalainen al via ne ha limitato il rendimento, valutare quali siano state le gomme che ci hanno dato dei vantaggi. Insomma, dobbiamo studiare. Così gli avversari ci rispettano». Se Massa avesse tenuto dietro Hamilton al 24° giro, forse avrebbe aiutato Kimi a finire secondo: «I se e i ma non contano. E se Raikkonen dopo il contatto al via avesse riportato seri danni, sarebbe arrivato terzo? Va poi detto che quando abbiamo capito che Hamilton faceva una sosta in più, abbiamo detto a Felipe di non rischiare inutilmente».

LA RIVALITÀ - Ora ci sarà maggior rivalità tra i piloti Ferrari, entrambi in lizza per il mondiale: «È bello che ognuno abbia il gusto di andare più forte. Chi va di più lo decide il campo. Poi è la squadra che conta e noi abbiamo sempre lavorato così. E non cambiamo di certo ora». I rivali chi sono? «Bmw e McLaren, ma a Montecarlo mi aspetto che esca anche la Renault, in una pista in cui qualificarsi bene è più importante che mai».

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