mercoledì 22 ottobre 2008

La volta che Villeneuve rischio' di lasciare Ferrari

La stagione 1981 di Gilles Villenueve sara' ricordata come una delle piu' intense della sua carriera. E’ vero che poi non ebbe la possibilita' di disputarne molte altre, ma quell’anno Gilles era al suo top.

Non era piu' il pivellino a scuola del maestro Carlos come nel 1978; e nemmeno il fido compagno di squadra disposto ad aiutare l’amicone del campione del mondo 1979 Jody Scheckter; non si trovava piu' fra le mani una macchina, la 312 T5 del 1980, disastrosa, lenta e che torceva a ogni curva come un tubetto di dentrificio.

Per la nuova stagione il nuovo modello sembrava promettere bene: motore turbo, e, tra abolizione delle minigonne e telaio rinnovato, anche una parvenza di tenuta di strada. Perlomeno qualcosa che potesse permettere di rivaleggiare con il resto del plotone.

Qualche soddisfazione infatti arrivo': la Ferrari, e in particolare Villeneuve se la giocava con le altre squadre; anche se le due gemme di quella stagione, in Spagna e a Montecarlo, non poterono comunque fruttargli che un misero settimo posto nella classifica finale del campionato del mondo, e la spiacevole sensazione di aver sprecato un’altra stagione.

In particolare la situazione da quelle due vittorie – la prima ottenuta sorpassando Jones a Montecarlo in un filo di luce che solo lui riusci' a rilevare tra la fiancata della Williams e il guardrail, e l’altra sfruttando l’unica caratteristica positiva della sua Ferrari 126Ck: la potenza pura, quel calcio nella schiena che gli permise di tenersi dietro nel toboga del Jarama una muta di cinque mastini per venti giri e anche piu' – sembra involversi di gara in gara. Per tutta l’estate solo una serie di ritiri avvilenti quasi tutti dovuti alla rottura del motore.

Gilles dopo Monza – ennesima fumata blu davanti ai suoi tifosi – non ce la fa piu'. Per la prima volta dacche' e' iniziata la sua carriera in Formula 1 rilascia tutta una serie di dichiarazioni che non lasciano trasparire nulla di buono per il proseguimento del suo rapporto con la Ferrari.

Il tono e' uno solo – comprensibile comunque: non e' possibile aver buttato via un’altra stagione con questa macchina piena zeppa di problemi, non ho sposato la Ferrari, se qualcuno mi offrisse tanti soldi e una macchina vincente potrei anche andarmene.

Logico che – Gilles e' considerato uno dei migliori anche fra colleghi e addetti ai lavori – qualche team manager faccia un pensierino sull’ipotesi di portarsi in squadra il fenomeno Villeneuve sottraendolo alla “casa madre” Ferrari. Logico che questo pensiero venga alle squadre con maggiori disponibilita' economiche e nessuna paura di scontrarsi con il vecchio. E chi allora se non la Mclaren di Teddy Mayer – ancora per poco- e il novello Team Manager Ron Dennis?

La Mclaren non ha ancora concluso per il ritorno di Lauda in Formula 1, non tutti in squadra sono convinti di quel ritorno, e un pilota di grido come Villeneuve sarebbe una degna alternativa.

Gilles riceve l’abbocco tramite un amico comune qualche giorno prima del Gp di casa sua, Montreal; lui spara alto, qualcosa come 5 milioni di dollari. Viene fissato una specie di incontro nei box durante la pausa delle prove del venerdi'. Anche il caso vuole che i due team siano l’uno di fianco all’altro nella dislocazione nei box.

L’imperativo comunque per tutti e non farsi capire da nessuno.

Inizia Ron Dennis: scrive un 2,5 su una lavagna interna ai box Mclaren, Gilles si sposta un attimo dal suo posto, finge di dare un’occhiata alla macchina bianca e rossa mezza smontata, legge la cifra. Rientra nel suo box, prende un tre dal tabellone di segnalazione dei meccanici, e lo appoggia al muretto che separa i due box. Poi prende anche un 5, e lo affianca. 3,5 milioni di dollari...

Si aspetta la contro proposta di quelli della Mclaren. Marco Piccinini, onnipresente DS Ferrari dai modi ecclesiastici nonche' gran consigliere del vecchio, nota lo strano comportamento di Gilles. Si avvicina, chiede cosa sta succendendo, Villeneuve risponde che e' uno scherzo, Marco ci crede, del resto Gilles ha dei trascorsi con il team Mclaren.

Ron Dennis ci pensa un po’ su, dice all’amico comune che puo' andare bene, riferisce anche che Gilles dovra' trovarsi a Losanna il lunedi' successivo nel quartier generale del munifico sponsor tabaccaio per la firma del contratto. Tutto sembra definito.

Fosse stato un altro a quest’ora la storia parlerebbe di Gilles Villeneuve magari campione del mondo con quella Mclaren in ascesa, ma Gilles gia' qualche ora dopo si penti' di star tradendo in quel modo Enzo Ferrari. Lui era fatto cosi', valeva piu' un sorriso e uno sguardo negli occhi che cento contratti, e con Ferrari ce n’erano stati tanti di sguardi e sorrisi.

- Non mi sembra di comportarmi nel modo giusto.

Cosi' gioca al rialzo, ma solo per rendere la cosa piu' complicata del dovuto; la trattativa si ingarbuglia durante il week end, alla fine, con suo grosso sollievo, non se ne fa nulla. Villeneuve rimarra' in Ferrari anche per la stagione 1982.

Per tutta risposta la domenica fara' una gara stratosferica sotto la pioggia e nella nebbia di Montreal, finendo terzo con una macchina che nessun altro pilota di nessun’altra epoca avrebbe saputo portare al traguardo in quel modo, con il muso penzolante, e uno stile che ancora adesso a rivederlo fa venire le lacrime agli occhi.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

gilles e il magico 27 quanti ricordi ............
era sicuramente il migliore in tutti i campi

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Certo. per una volta, siamo d'accordo maxregan!

Unknown ha detto...

Enzo Ferrari non sbagliò affatto a paragonarlo al grande Tazio Nuvolari!

Unknown ha detto...

Difficile spiegare Gilles Villeneuve...:
Oggi tutta la vita di quasi tutti scorre su binari squallidamente rettilinei, tutto previsto, tutto scontato. Per taluni aspetti é giusto, intendiamoci, fuori di certe norme o di certe garanzie c’é il caos oppure la sopraffazione...
Eppure la vita cosiddetta "normale" offre pochissimi altri esempi, oscillanti fra il tragico e il grottesco.- da un lato la guerra, all'estremo opposto il telequiz. E' fra questi due poli che lo sport cerca e quasi sempre trova la giusta collocazione delle sfide fra i suoi protagonisti. Gilles era "la sfida" fatta uomo. Sfidava tutto e tutti ma principalmente se stesso...
Ha voluto battersi fino all'ultimo e se n'é andato con quel volo agghiacciante che non ci uscirà mai più dagli occhi. Così come il suo ricordo non potrà mai uscirci dal cuore... "

Anonimo ha detto...

Villeneuve

Villeneuve mi dicevano
era venuto dal Canada
e aveva lasciato per scherzo
nella pancia della madre
dieci o venti centimetri
inutili e assassini
che non servono a nulla nella vita
ai piloti e neanche ai fantini.

Perché i piloti per esempio
sanno di essere
per metà uomini
e per metà macchine
e per questo certo sono
più uomini degli altri,
ma certamente,
certamente molto più macchine.

Infatti non parlano mai del nostro meraviglioso futuro
e invece si ostinano come dei divertenti diavoli sconfitti
a cercare il centro del diamante più duro, la velocità,
che tante volte uno per uno li ha decorati e poi trafitti.

Villeneuve è un ragazzo sposato che ama molto scherzare,
con il volante in mano già molte volte è arrivato
a vedere la lama che sbuccia la vita dalla morte
mentre gli spettatori accendono la tivù
e l'autodromo si prepara ad un rischio in più
ad un rischio più forte.

Villeneuve piomba nell'aria
l'aria lo ha rivoltato,
come un animale nobile
arrivato al macello,
mentre il pubblico delle prove
ha un brivido a metà
tra la colpa e il piacere
per qualche cosa di bello.
Che è bello sapere che siamo delle bestie imperfette
e un poco del meglio che forse possiamo fare
è baciare le ragazze e poi, e poi tenerle strette
e poi amare molto Villeneuve e imparare a guidare.

queste parole sono una canzone di claudio lolli

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Bella canzone! La cercherò nel'emule per ascoltarla,se la trovo!

Anonimo ha detto...

la scritta e cantata Claudio Lolli, lo trovi nell'album "antipatici antipodi"
ti ricordo anche che Lolli è un cantautore che si fa fatica ad ascoltare, scrive testi bellissimi su musiche difficili
ciao