sabato 29 novembre 2008

Nell'Aprile di 40 anni fa si spense JIM CLARK - Lo Scozzese Volante

Jim Clark... in soli 8 anni di formula 1 costrui' la sua leggenda...
Una storia di altri tempi, una storia di un pilota straordinario che nonostante la grande popolarita', le vittorie, i trionfi, la fama, la ricchezza mantenne sempre un legame fortissimo con la sua terra... la Scozia... e la semplicita' di agricoltore, qual era, ma era anche lo Scozzese Volante...
Vinse moltissimo: due titoli mondiali '63 e '65, 25 gran premi con 33 pole poistion; trionfo' e fu il primo europeo a farlo nella 500 miglia di Indianapolis; domino' con la Lotus numero 82 rispondendo cosi' allo scetticismo statunitense.

Quello che colpiva maggiormente di Clark era l'intelligenza della sua guida, della sua tattica di corsa, la calma, la tranquillita' di un sorriso spontaneo, simpatico, disponibile con tutti... certo erano altri tempi e la formula 1 piu' che un circo era un circolo, un club, ristretto di amici, dove oltre ai soldi per correre esisteva anche la dote naturale e per correre si chiedeva anche il permesso ai genitori e cosi' avvenne anche per Clark. Reg Pernell dell'Aston Martin per farlo esordire in formula 1 dovette andare alla fattoria dei Clark, nel Berwickshire, sotto Edimburgo, affinche' il giovane 23enne di Kilmany potesse girare il mondo con le monoposto. Alla domanda, puo' vincere?, rispose diventera' campione del mondo. Ebbe il permesso.

La macchina pero', per questioni finanziarie' arrivo' dalla Lotus e da un certo Colin Chapman... il Ferrari d'Inghilterra. Nel 1960 nacque cosi', al Gran Premio d'Olanda a Zandvoort, il mitico binomio.
Trovo' il posto fisso nella verde Lotus dopo il successivo Gran Premio del Belgio, infatti Alan Stacey pilota ufficiale fu colpito in pieno viso da uccello mentre percorreva un rettilineo a 280 all'ora.
E la morte segno' la sua esistenza come nel '61, a Monza, urto' la Ferrari di Von Trips che volo' tra la gente: 14 morti. Vicino al corpo di Von Trips un disperato Jim Clark. Quella tragica giornata si cancello' dalla memoria del pubblico grazie alla prestazione di Clark nel 1967. Al comando per gran parte del Gran Premio d'Italia, e' costretto ai box per una foratura, rientra, recupera un giro e ritorna in testa, quando vede il traguardo finisce la benzina e chiude terzo. Per tutti e' il vincitore.
La guida precisa, la classe e la determinazione sorretta da una quiete interiore lo fanno sembrare intoccabile. Ma Jim Clark non fece i conti con il destino... muore ad Hockenheim, in formula 2: la sua Lotus fini' fuori strada, incredibilmente in rettilineo, Clark mori' sul colpo. Nessuno vide niente... quel che e' certo che qualcosa accadde alla macchina e che questa sfuggi' di mano al suo pilota.
Quel che e' certo e' che al sesto giro sul circuito tedesco di Hockenheim il 7 aprile del 1968 Jim Clark non passo' piu'.
Aveva 32 anni. Sono passati quarant'anni e la sua storia e' diventata leggenda, la leggenda dello scozzese volante...

12 commenti:

Anonimo ha detto...

jim clark era un pilota poco appariscente fuori dal mondo dei motori ma molto efficace in pista sulla lotus.
di lui ricordo solo la sua lealtà,la grinta...e qualche sua vittoria

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Io lo ricordo bene dal Gp di Barcellona, quando ci sono andata con i miei genitori, non so più l'anno, però.

Unknown ha detto...

Il circuito di Barcellona se non ricordo male era cittadinoin quei anni? Sei stata una bambina molto fortunata, i tuoi genotori invece di portarti allo stadio ti portavano a respirare il profumo dei gran premi, a toccare con mano le leggende di questo meraviglioso sport...Anch'io sarò sempre grato amio padre per avermi portato a monza la prima volta nel 1980. Da quel giorno è diventato un'appuntamento immancabile! ed è bello per me oggi portarmi i miei 2 bambini, portiamo le biciclette nei giorni dei test, e giriamo all'interno del circuito tutto il giorno, il parco offre tanti sentieri immerso tra alberi secolari.

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Hai raggione Dumhaikkonen, il circuito era cittadino. Era giustamente nella montagna di Montjuich, dove è lo stadio olimpico. Era un bel luogo per fare le gare.
E si, sono stata fortunata d'avere dei genitori tiffosi della F1. Per esempio, a casa ho un autografo di Fangio (penso che mio figlio me lo abbia rubato!), degli anni 50.

Unknown ha detto...

Tuo figlio è anche lui così appassionato di gran premi?

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Certo! Ed è anche un Ferrarista. Mio marito, invece, preferisce McLaren (peccato), sicuramente per portarci la contraria...
Mia figlia dice che lei preferirebbe guidare una Ferrari che una Mercedes... non è pazza, mia figlia...

Anonimo ha detto...

e per le moto e piloti come siete messi?

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Valentino. Tutti siamo con Valentino.
Pedrosa ed Stoner ci piaciono anche.
Non soportiamo Lorenzo.

Da giovane, of course, a me piaceva Giacomo D'agostini. Mi piace ancora.

Unknown ha detto...

Siete veramente una bella famiglia!, non vi capita mai di andare a montmelò a seguire i test o al gran premio?

Anonimo ha detto...

lorenzo ha detto se gli spagnoli non lo amano diventa italiano...
noi in cambio .....vi regaliamo max biaggi

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Grazie, caro orso, ma Max Biaggi può rimanere in Italia. Grazie.
Lorenzo ha detto questo? Non lo sapevo. E non lo capisco, perché in Spagna li vogliono bene. Soltanto in Catalunya non ha dei tiffosi perché i catalani preferiscono Pedrosa. Lo sai che c'è un bel litigio fra tutti i due, no?

Dunhaikkonen, caro ferrarista, non vorrei andare a Montmeló con mio marito e i suoi McLarenisti! Però, mia figlia ci è andata con suo fidanzato al GP in Maggio scorso. Fortunata lei!

Anonimo ha detto...

lorenzo ha detto questo alla stampa spagnola circa un anno fa ..
proprio perchè detestava questo dualismo con pedrosa.
mi sembrato più un sfogo di rabbia contro l'imbecillità della stampa,che una minaccia...
ma dopo quello che è successo tra Vale e biaggi per me ha fatto bene puntualizzare la questione prima di dover litigare con pedrosa