martedì 2 dicembre 2008

Lorenzo Bandini - Determinato e generoso, una stella che si è spenta sul nascere...

Maggio 1967 , 5° Gran Premio di Monaco. Louis Chiron agita la bandiera scacchi, Bandini prende immediatamente la testa sulla sua Ferrari n° 18, seguito da Dennis Hulme al quale "regala", in un solo giro, 1,5" di distacco; Brabham, leggermente indietro, rompe il motore e inonda la pista dell'olio sul quale Bandini, ignaro, transita il giro successivo; inevitabile la sbandata e la perdita della posizione; lo sfilano Hulme e Stewart e Bandini si trova invischiato nel Gotha del momento (Surtees, Gurney, McLaren e Clark); Lorenzo recupera come un forsennato e al 61° giro transita sotto il traguardo a soli 7,6 secondi da Hulme - Stewart si era nel frattempo ritirato - ma con due doppiati da superare.
Rodriguez lo agevola immediatamente, cosa che non fa Graham Hill, forse ricordando un precedente, analogo episodio a posizioni invertite; quando Bandini riesce a passare, il distacco dal battistrada è salito a quasi 12" per arrivare, all'80° giro, a 20" circa. 82° giro del 25° Gran Premio di Monaco, La Ferrari 312 di Bandini imbocca la chicane del porto a velocità, stando alle testimonianze, molto più sostenuta che non nei giri precedenti; inevitabile e drammatica per le sue conseguenze, la perdita di controllo; l'auto di Bandini sbanda, prende una balla di paglia (alcuni dicono una bitta d'ormeggio) decolla, cade su un fianco e si rovescia avvolta dalle fiamme. I soccorritori cercano Bandini all'esterno della vettura, convinti che ne fosse stato sbalzato fuori mentre, purtroppo l'uomo era rimasto incastrato per più di tre minuti tra le lamiere dell'auto trasformatasi in un rogo; estratto in condizioni disperate, viene trasportato via mare all'Ospedale di Montecarlo dove morirà 70 ore più tardi.
Quella curva veniva solitamente affrontata in terza marcia; il cambio del relitto dell'auto di Bandini fu trovato in quinta…

Il 10 maggio 1967 moriva Bandini,uno dei piloti italiani più amati in assoluto dalla gente, come testimoniarono gli imponenti funerali svoltisi a Milano. Riuscito a coronare il sogno di correre per la Ferrari, Lorenzo brillò subito nel mondiale marche, svettando però solo una volta in F.1.
Il '67 doveva essere il suo anno, quello buono per il titolo iridato, ma all'81° giro del GP di Montecarlo la fortuna gli voltò nuovamente le spalle. In modo definitivo. Esattamente il10 maggio, quando Lorenzo Bandini cessò di vivere nel nosocomio di Montecarlo, dov'era ricoverato dallo schianto avvenuto tre giorni prima alla chicane del porto di Montecarlo.
Aveva 31 anni. La sua carriera era stata una scalata lenta, meticolosa, faticosa, con i vari gradini saliti con enormi sacrifici, fino alla vetta della F.1, fino all'Olimpo della Ferrari, fino alla gloria della prima vittoria iridata. E, passo dopo passo, era giunta l'ora di puntare al titolo iridato, se non fosse stato per una curva del destino, una maledetta chicane: innaturale, artificiosa come tutte le chicane, e mortale per Bandini.
Fino a quel momento, al contrario delle tante soddisfazioni ricevute dalle gare Sport, in F.1, la sorte gli era stata favorevole solo in una occasione, nel Gran Premio d'Austria del '64, anche se erano stati tanti gli episodi che lo avevano visto protagonista.
Il più clamoroso, che inquadra anche l'uomo Bandini, è forse quello riguardante il Gran Premio del Messico del '64, in occasione dell'ultimo appuntamento iridato, dove il pilota italiano aveva determinato la conquista del titolo del suo capitano John Surtees, in lizza con Graham Hill e Jim Clark, tamponando l'inglese e, dopo il ritiro dello scozzese, facendosi superare dal suo capitano, che aveva così conquistato l'iride.
Un'iride cui Lorenzo crede fermamente nel '67. A Montecarlo, è determinato a vincere. Può farcela. Al via, scatta subito in testa non accorgendosi che alle sue spalle Brabham inonda la pista di olio per la rottura del motore: lo vedono tutti tranne lui, che è appunto davanti, e che su quell'olio finirà nel giro successivo perdendo la leadership.
Bandini riprende con più rabbia e compie sorpassi su sorpassi. È 2° quando mancano 19 giri alla fine: esce dal tunnel, imbocca la chicane, ma invece di uscirne, sbatte violentemente contro una balla di paglia: la macchina si capovolge, prende fuoco, imprigionando il pilota in una gabbia rovente.
La monoposto del ferrarista verrà trovata in 5° marcia quando invec
e avrebbe dovuto essere in 3°: la tesi più accreditata sarà quindi quella della stanchezza del milanese, che aveva dato il massimo e forse anche di più. La reazione di sua moglie Margherita fu di un dolore composto, forse per rispettare la volontà di Lorenzo, che tante volte aveva ammonito: «In caso di incidenti, non fate drammi».


4 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Il '67 doveva essere il suo anno, quello buono per il titolo iridato.
Aveva 31 anni. La sua carriera era stata una scalata lenta, meticolosa, faticosa, con i vari gradini saliti con enormi sacrifici ma...
La reazione di sua moglie Margherita fu di un dolore composto, forse per rispettare la volontà di Lorenzo, che tante volte aveva ammonito: «In caso di incidenti, non fate drammi».

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Che video più triste. Uffff...

Unknown ha detto...

Si molto, immagini crude, che ancora oggi ci fanno stare male.
Ma Bandini merita di essere ricordato anche se vinse solo un gp.