giovedì 22 gennaio 2009

Trent’anni da Ferrarista : Mauro Forghieri si racconta

Finalmente parla uno che sa davvero le cose. Ci riferiamo a Mauro Forghieri, storico responsabile del reparto corse della Ferrari, che a Maranello ha passato una trentina d’anni tra il 1960 e la fine degli Ottanta. Il che equivale a dire una vita, oltre che una carriera. Forghieri ha finalmente deciso di scrivere un libro – insieme con il giornalista Daniele Buzzonetti – in cui racconta la sua lunga stagione all’insegna del , dal titolo: "30 anni di Ferrari e oltre" (Giunti editore, euro 20). Un volume agile e scritto di getto, equilibrato ma stimolante, corredato da belle fotografie. Un documento importante, sia per chi – appassionato di automobilismo sportivo – vuole sentire la versione di tanti fatti da uno che li ha vissuti in diretta e dal di dentro, sia per chi – come i più giovani – della storia della Ferrari conoscono poco o nulla.

Forghieri, modenese anche lui come il "Drake", figlio di un tecnico della Ferrari, ha fatto una carriera fulminante. Viene assunto nel ’60, appena laureato in ingegneria meccanica, dopo 18 mesi è responsabile tecnico della Casa di Maranello, e fino al 1984 capo assoluto del reparto corse. Ha mietuto una messe spaventosa di successi, sia in Formula 1 sia nella categoria Sport-Prototipi (oggi purtroppo praticamente scomparsi dai circuiti europei, Le Mans a parte, e mai abbastanza rimpianti). Per non parlare della Formula 2; del Campionato di Tasmania, dall’altra parte del mondo; del Campionato europeo della montagna… Una storia davvero avventurosa, e pur quotidianamente "normale" la sua, che nel libro viene narrata come se si fosse lì ad ascoltarlo, magari seduti al tavolo di una trattoria della "bassa", con una bottiglia di Lambrusco davanti. Forghieri di cose ne sa tante, ne racconta molte, e certamente sa molto più di quanto dica. Ma è logico che sia così. Però scrive quel che pensa, senza infingimenti. Come nel rapporto con Enzo Ferrari, figura scomoda e difficile ma anche sapiente e paterna.

Quindi, un libro da non perdere, per ripercorrere un’epoca che non tornerà più: quella delle automobili da corsa "vere", con i carburatori sotto il cofano e niente elettronica; con il cambio manuale e il pedale della frizione. Insomma: un ritratto a tinte vive di un mondo vero e "maschio", lontano mille miglia dall’ambiente della Formula 1 di oggi, fatto di copertine patinate e da personaggi da serial tv.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

è la storia di un italiano comune sai quanti si identificano in lui....
lo ringrazio ancora per non avermi buttato fuori dal box in austria....ero senza biglietto ....grazie mauro

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Cosa facevi là, senza biglietto? Ma dai... questi giovanotti...

Anna ha detto...

A me sembra che stai scherzando. 11 ragazzi? Forse Dumhaik è il presidente della ferrari e nessuno mi ha detto nulla?

Anonimo ha detto...

a dir la verità eravamo.....in due io e mari.....
dopo vari tentativi di entrare ai box (senza pagare il biglietto)tutti falliti.....abbiamo provato l'ultimo passati sotto la rete abbiamo cominciato a correre fino al primo box,che era quello della rossa,sai i vigilantes avevano dei cani feroci.....
c'erano arnoux e alboreto che ridevano per noi,mentre forghieri ci ha guardato,non ha detto niente ,e ha cominciato a parlare con i meccanici....
cosi abbiamo potuto girare il paddok e i box a zeltweg indisturbati ... e sopratutto senza pagare...grazie mauro

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Queste sono le cose che tutti facevamo da giovanni e che non si devono spiegare ai figli prima che siano già degli adulti...

Anonimo ha detto...

ero giovane si ....30 anni,per correre 500 metri senza fermarci

Unknown ha detto...

A.bra. hai visto max!?
Cosa faceva per la Ferrari...
E' uguale a noi...ferrarista integralista

Anonimo ha detto...

ma che dici........erano i cani feroci,che mi facevano correre

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Dumhaik ha ragione, Max... non dire delle buggie... niente cani feroci... LA FERRARI!!

Anonimo ha detto...

calma quel giorno ho visto tutti i piloti di quel tempo
alboreto arnoux,patrese,cheever,lauda,prost,piquet,mansell,e altri che non ricordo il nome....
tutti box,i tecnici ecc ecc.
senza poter fare una foto perchè le avevo finite......ma...senza pagare....very italian style...eh eh eh

Anna ha detto...

E non c'era Alonso per là?

Anonimo ha detto...

alonso aveva compiuto 4 anni da poche sttimane........credo fosse a casa sua nelle asturie

Unknown ha detto...

Qualche anno dopo c'era uno spagnolo di nome Adrian Campos che corse con la minardi

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Certo. Ma lo spagnolo più conosciuto nel mondo delle macchine è stato Alfonso Portago e poi Paco Godia, negli anni 30... educatissimi tutti, no come altri...

Anonimo ha detto...

de portago era un nobile,alonso una cabeza de vaca

Unknown ha detto...

Portago non l'ho mai conosciuto...andrò a conoscerlo su wikipedia

Anonimo ha detto...

se non conosci la storia....sei costretto a riviverla ......eh eh eh

Unknown ha detto...

Questa citazione a chi appartiene?

Anonimo ha detto...

non si sa ......è stato trovato scritto a Auschwitz