"Facevano fatica a credere ai loro occhi gli uomini e le donne della Ferrari stamattina quando hanno letto sui giornali i nomi delle squadre che hanno manifestato la loro intenzione di correre il prossimo anno in Formula 1. A scorrere l'elenco, trapelato ieri da Parigi, si fa fatica a trovare un nome degno di nota, uno di quelli per cui andare a spendere 400 Euro a testa per un biglietto in tribuna per un Gran Premio (più spese di viaggio e soggiorno..)".
IRONIA FERRARI - Inizia così una delle giornate cruciali per il futuro della Rossa. Con un messaggio al vetriolo pubblicato sul sito web del team di Maranello. La Ferrari, ormai sempre più in guerra con Max Mosley e la Fia, non risparmia le stoccate. Anche quelle un po' cattivelle. Proprio come questa: "Wirth Research, Lola, USF1, Epsilon Euskadi, RML, Formtech, Campos, iSport: queste sono le squadre che l'anno prossimo dovrebbero competere nella Formula Una a due velocità voluta da Mosley. Ma un campionato del mondo con queste squadre, con tutto il rispetto per loro, può avere lo stesso valore della Formula Uno di oggi, dove si affrontano la Ferrari, i grandi costruttori automobilistici e team che hanno fatto la storia di questo sport? Non sarebbe più adeguato chiamarla Formula GP3?"
IL VERDETTO - Un modo come un altro per aumentare, se possibile, la frattura con la Fia. Proprio nel giorno in cui si attendeva il verdetto del Tribunale di Parigi, chiamato a esprimersi sulla disputa tra Ferrari e Federazione in merito all'entrata vigore del nuovo regolamento a partire dal 2010. Il verdetto è arrivato puntuale alle 14:00. L'Alta Corte di Giustizia di Parigi ha respinto il ricorso della Ferrari contro il nuovo regolamento voluto dalla Fia. L'ingiunzione della Rossa è stata bocciata e Montezemolo pare intenzionato a presentare appello.
IL CASO - La Ferrari aveva intentato una causa nei confronti della Fia in quanto il nuovo regolamento voluto da Mosley violerebbe l'accordo sottoscritto tra lo stesso numero uno della Federazione e l'allora capo della Gestione Sportiva di Maranello, Jean Todt, nel 2005. Un patto che concedeva al Cavallino un diritto di veto sulle decisioni della Fia, in quanto la Ferrari funge da rappresentante delle scuderie nel Consiglio Mondiale. La discussione tenutasi martedì a Parigi non aveva avvicinato le parti. I rappresentanti legali del team italiano avevano chiesto una sentenza sospensiva dell'entrata in vigore del regolamento 2010. La Fia, invece, aveva sostenuto che il patto con la Ferrari sarebbe venuto meno con la costituzione della Fota, l'associazione dei team alla quale partecipa la stessa scuderia di Maranello.
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