giovedì 30 aprile 2009

Mosley non si ferma e impone il suo Sì al tetto dei costi

Fissato in 44,4 milioni di euro. "Essenziale per non perdere i team". Montezemolo guarda a Le Mans: farà lo starter alla 24 Ore

Max Mosley ha deciso di andare sino in fondo, senza considerare gli avvertimenti di Montezemolo e della associazione dei team. La Ferrari non c'era ieri al Consiglio Mondiale, che ha punito con la condizionale la McLaren, ma il presidente Montezemolo aveva comunque spedito una lunga lettera per chiedere di rinviare la decisione sull'introduzione del tetto di spesa. "Ci vuole più tempo". Niente da fare. Il Consiglio è andato per la sua strada. "Il tetto salariale è essenziale se non vogliamo perdere un po' di team. La gente non ha abbastanza risorse per sopravvivere nella attuale situazione economica", ha spiegato al termine della riunione Mosley, aggiungendo che i dettagli del piano saranno resi noti oggi. Per esempio l'esatto ammontare dei soldi che potranno essere spesi. "Saranno di più dei 30 milioni di sterline (33 milioni di euro; n.d.r.)", si è limitato ad aggiungere il numero Fia. Dovrebbero essere 10 milioni di sterline in più, portando il totale a 44,4 milioni di euro. Cifre che, secondo Mosley, dovrebbero servire ad attrarre nuove scuderie. Come dimostrerebbe il fatto che nei giorni scorsi David Richards (Prodrive) e la Lola avevano manifestato interesse per una F.1 a prezzi calmierati. Ma questa soluzione piace pure agli americani di USF1 (disposti comunque ad entrare anche senza questa misura) e a Giancarlo Minardi, pronto a rituffarsi nel Mondiale.
CONCESSIONI - Il tetto delle spese non piace alla maggior parte dei team che già partecipano alla F.1 in quanto si verrebbero a creare due campionati in uno. Per trovare una equivalenza tra chi vuole continuare a spendere liberamente e chi invece avrà un budget prefissato, la Fia permetterà ai Crt (cost regulated team) di avere delle agevolazioni di carattere tecnico: motori senza limitazione nel regime di rotazione (che per gli altri resterà fissato in 18 mila giri) e senza limiti nello sviluppo, un fondo scocca differente (anche se standardizzato), ali mobili, nessuna richiesta di omologazione, libertà nell'uso di materiali esotici, cambi, galleria del vento (potranno continuare ad usarle in scala 1:1 senza limitazione di velocità), test e simulatori. Non solo, chi vorrà usare il kers, potrà utilizzarne uno di potenza doppia (120 kw) rispetto a quella attuale. Pare addirittura — ma la conferma si avrà solo oggi — che sarà loro consentita la trazione integrale!
DIRITTI - In più ad eventuali nuovi team (il regolamento sportivo allarga il tetto massimo di vetture da 24 a 26) saranno concessi 10 milioni di dollari (7,5 milioni di euro) per il trasporto del materiale alle corse. E chi aderirà al tetto salariale vanterà con Bernie Ecclestone gli stessi diritti, quindi gli stessi soldi, di una scuderia che non accetterà il Budget Cup.
ROTTURA - Concessioni considerate esagerate dalla Fota che farà sapere la propria posizione ufficiale il 6 maggio dopo la riunione di Londra. Ma è chiaro che si sta andando verso la rottura con la Fia e questo potrebbe portare a due scenari: il ritiro delle Case dalla F.1 o la nascita di una serie alternativa.
LE MANS - È solo una coincidenza che la Ferrari abbia reso noto proprio ieri, mentre il Consiglio Mondiale decideva il tetto salariale (con il voto contrario di Gino Macaluso, presidente della Federazione karting) che Montezemolo darà il via alla prossima 24 Ore di Le Mans del 13 giugno? E che ad assistere alla competizione francese ci sarà pure Stefano Domenicali, capo della Ges? No, il messaggio è preciso: la Ferrari si guarda attorno. «Noi facciamo parte della storia delle competizioni. La Ferrari ha corso e vinto in tutte le categorie ad eccezione dei kart», aveva sottolineato al proposito Montezemolo in Bahrain. Aggiungendo che la Ferrari è disposta a restare in una F.1 che continui a coniugare competizione e ricerca tecnologica. "La nostra pazienza è ampia ma non infinita e quando prenderemo una decisione, lo faremo una sola volta".
CLEMENZA FIA - Può darsi che il capo della McLaren sappia scrivere meglio del presi­dente della Ferrari, ma ci permettia­mo di dubitarne. E’ più probabile che Max Mosley abbia i suoi progetti e che non intenda rinunciarvi in cambio di un cordiale sa­luto o di una for­mula di corte­sia. Il numero uno della Fia controlla il Con­siglio Mondiale come un aquilo­ne e lo costringe alle acrobazie che preferisce, da qualsiasi parte tiri il vento. Ieri a Parigi è riuscito a far con­dannare la McLaren senza punirla ­numero d’alta scuola simile a quello riuscito in occasione della prima sen­tenza sulla spy story - e a dichiarare guerra alla Ferrari. La qual cosa equi­vale peraltro a prendere a picconate le fondamenta di casa propria, dato che Maranello è pietra angolare della For­mula 1.

LA VIGNETTA DEL GP

mercoledì 29 aprile 2009

Sentenza McLaren, punizione a metà Squalifica con condizionale

Il Consiglio mondiale della Fia ha sospeso per tre GP il team di Woking reo di aver mentito sul sorpasso Hamilton-Trulli in Australia. Sanzione con la condizionale: sarà operativa, nei prossimi 12 mesi, in caso di nuove infrazioni
Poteva andare peggio. La McLaren è stata squalificata con la condizionale per tre GP del Mondiale di F.1 per aver mentito sul sorpasso di Trulli a Hamilton in Australia. In pratica se dovessero emergere nuovi elementi sulla vicenda o se nei prossimi 12 mesi il team violasse ancora l'articolo 151c del codice di regolamento sportivo, la sanzione diventerebbe operativa. La decisione di sospendere la sanzione è legata alle scuse presentate questa mattina davanti al Consiglio mondiale della Fia dal responsabile Martin Witmarsh a nome della scuderia di Woking. "Tenuto conto del modo aperto e onesto in cui si è rivolto al Consiglio e al cambiamento di cultura che ha assicurato essere in corso nella sua organizzazione, ha precisato il comunicato della Fia.
IL "MISFATTO" - La McLaren è stata chiamata a rispondere delle bugie dette da Hamilton dopo il GP d’Australia, allo scopo di provocare la penalizzazione di Jarno Trulli (Toyota) per un sorpasso effettuato ai suoi danni in regime di Safety car e bandiere gialle nel corso della prima gara del Mondiale e così salire sul podio al posto proprio dell’italiano. Il campione del mondo disse ai commissari di gara di non avere rallentato appositamente per far cadere Trulli nel sorpasso-trappola, ma fu "incastrato" dalle registrazioni delle conversazioni con il muretto dei box e dalla telemetria.
NOSTRE SCUSE - Arrivato nella sede parigina della Fia alle 9.30 esatte, il responsabile Martin Whitmarsh è stato ascoltato dal Consiglio mondiale della federazione internazionale quasi fino alle 11. "Abbiamo commesso degli errori, lo abbiamo riconosciuto - ha spiegato Whitmarsh all’uscita - abbiamo presentato alla Fia le nostre scuse, ora non ci resta che attendere la loro decisione. Spero che tutto si concluda presto per poterci tornare a concentrare sulle corse".

martedì 28 aprile 2009

IL ROMPIBIELLE - A.A.A cercasi BMW Sauber.... di Giancarlo Minardi

Il quarto appuntamento del Mondiale di Formula 1 ha dimostrato pienamente quali sono le reali forze in campo con al comando la Brawn GP, seguiti da Red Bull e Toyota. Anche in qualifica la differenza l’hanno fatta quei 10 Kg in meno di Trulli e Glock nei confronti di Sebastian Vettel.

La vettura di Ross Brawn è ancora un passo avanti agli altri e non credo che sia solo una questione di estrattori: quello che continua a stupire è la loro affidabilità infatti continuano a portare al traguardo entrambe le vetture. Abbiamo anche visto cosa vuol dire avere il Kers, assistendo a un bel duello tra i brasiliani Nelson Piquet e Rubens Barrichello: quando il pilota della Brawn GP è riuscito a sopravanzare il pilota Renault, ha preso subito il via però, nonostante una macchina superiore, ha dovuto faticare in quanto in accelerazione l’altro riusciva a prendere un piccolo margine di vantaggio. Certamente non approvo il gesto di Rubens in quanto Nelson stava difendendo la sua posizione. Poi è vero che un pilota si possa innervosire perché l’altro poteva difendersi con il push, però fa parte di questa Formula 1. Proprio il brasiliano di casa Renault è stato sicuramente più reattivo arrivando con appena 13 secondi di ritardo da Fernando. Lo stesso Raikkonen è riuscito a resistere agli attacchi di Glock all’uscita dei box con sorpasso e contro-sorpasso. Purtroppo non ho proprio capito come mai la Toyota abbia deciso di adottare per tutti e due i suoi piloti la stessa strategia. Hanno buttato al vento un risultato molto importante per loro: o erano molto sicuri dei dati racconti durante i test (anche se non si erano mai trovati in queste condizioni) oppure c’è stato un grande errore di valutazione. Questo fa capire che devono ancora migliorare come team: una cosa e fare la pole position il sabato, un’altra è gestire molto bene una gara. La Brawn anche sotto questo aspetto è superiore.

Con questi regolamenti stiamo vivendo tre gran premi in uno: chi ha il famoso l’estrattore, chi ha interpretato il regolamento in un altro modo e chi usa il kers. Proprio in base a queste considerazioni il pilota che merita di più è sicuramente Sebastian Vettel che troviamo costantemente al vertice e, senza la bravata di Melbourne, oggi avrebbe tranquillamente 6-8 punti in più. E’ chiaro che ora inizia ad essere imbarazzante il vantaggio della Brawn e Jenson Batton dopo solo quattro appuntamenti, anche se con molta probabilità dopo lo step della Spagna lo sviluppo della loro monoposto dovrà fermarsi per mancanza di budgets. Il campionato è ancora molto lungo, ma se loro continueranno ad arrivare a punti diventerà molto difficile portagli via i il vantaggio. Addirittura Kimi ha solo 3 punti contri i 31 dell’inglese. Adesso diventerà fondamentale la gestione del vantaggio, perché anche non vinceranno, saranno comunque nei primi 4-5.

In Bahrain abbiamo avuto anche la risurrezione della McLaren Mercedes che ha già dimostrato di aver fatto un piccolo passo in avanti e una bella difesa del finlandese di casa Ferrari con Kimi Raikkonen che ha concluso a 22 secondi dalla vetta. Peccato per Massa che se non veniva toccato ad inizio gara poteva giocarsi anche lui la zona punti. Abbiamo avuto comunque una piccola reazione con un Raikkonen molto determinato, che ha portato a termine 2-3 sorpassi tosti, come quello si Glock che gli è valsa la sesta piazza. Ora arriveranno in Spagna con una macchina con numerose novità e mi auguro che possano iniziare da li la loro rimonta. Chi invece ha deluso ancora una volta è senza alcun dubbio la BMW Sauber che ha chiuso ad un giro in 18ma e 19ma posizione: hanno sbagliato completamente tutto. Ora bisognerà vedere quali novità porteranno a Barcellona il 10 maggio. A quanto sembra hanno rifatto dei crash test sull’anteriore e sul posteriore, con modifiche anche sulla scocca. Sarà interessante vedere come reagiranno a questa difficile situazione. La stessa Willams, dopo esser entrata nella top ten, in gara è sparita. Erano partiti bene, ma quando la situazione si è fatta tosta Nico Rosberg è sparito nell’anonimato: non so se sono le strategie sbagliate oppure hanno una vetture che soffre il troppo carico di benzina. In gara ancora una volta non hanno monetizzato la qualifica, arrivando comunque tra i primi dieci. Tradizionalmente la Spagna rappresenta un primo step di sviluppo per tutti i team, in quanto è la prima tappa dopo le gare extra-europee: quest’anno in maggior modo visto i nuovi regolamenti che ormai tutti conosciamo.

Per tornare ai team che non hanno rispettato le attese c’è anche la Toro Rosso che per tutto il week end è rimasto nelle retrovie: fin dalle prove abbiamo avuto un Bourdais in ultima posizione con un Buemi in 17ma posizione. Molto probabilmente non hanno digerito bene questo tracciato: per Buemi il circuito era praticamente nuovo (anche se ci aveva già corso con la GP2), mentre Sebastian continua a deludere (considerando che questo è il suo secondo anno in F1)

Ora bisognerà aspettare di vedere cosa succederà a Barcellona tra quindici giorni perché molto probabilmente potremmo assistere ad un cambiamento radicale della griglia. Ancora una volta abbiamo visto il grande equilibrio di questa stagione: in Q2 tutti i piloti erano racchiusi in appena 5 decimi. La stessa Force India ha fatto esordire il nuovo estrattore riuscendo ad avvicinarsi di molto, infatti il loro gap era di appena 1’2’’ (in Q3)

Ora ci troveremo davanti a due date molto importanti: il 29 marzo per la questione McLaren, con la speranza che non ci siano ancora degli strascichi, in quanto Hamilton è già stato penalizzato con l’esclusione dalla prima gara, e poi l’incontro della FOTA in programma il 6 maggio. Da li potremmo capire se le scuderie continueranno ad essere unite. Inoltre sempre il 29 ci sarà anche il consiglio mondiale durante il quale Mosley potrebbe fare qualche mossa strategica. Certamente se continuerà a spingere per il motore unico, le case costruttrici potrebbero abbandonare il circus. Se la loro idea è quella di realizzare una GP2, chiamandola GP1, si rischia di perdere molti sponsor in quanto ad oggi un’azienda decide di legarsi ad un nome in funzione del ritorno di immagine che può dare (risultati e storicità).

La Formula 1 è sempre stata una lotta tra gli assemblatori contro la Ferrari, diventando poi una sfida dei costruttori sempre contro le rosse di Maranello. Quindi bisogna stare molto attenti a fare certe proposte, anche se certamente mi fa piacere che ci possa essere un ritorno al passato con i nomi storici dell’automobilismo. Si tratta ovviamente di un controsenso rispetto alla politica seguita fino ad oggi dove hanno fatto morire tutte le scuderie private, anche se vedo difficile che i costruttori accettino un budgets come quello proposto. Aspettiamo le prossime tappe e ci teniamo pronti…. Non si può mai sapere ….

Un saluto e come sempre sono a vostra disposizione per rispondere a domande e curiosità. Potete contattarmi all’indirizzo media@minardi.it

Gian Carlo Minardi

domenica 26 aprile 2009

TECNICA - Red Bull e Brawn GP, ovvero Adrian Newey e Ross Brawn a confronto

Red Bull e Brawn GP sono le protagoniste di questo inizio di Mondiale 2009, ma il loro non è solo un confronto tra team, bensì tra personalità di tecnici di grande esperienza: Adrian Newey e Ross Brawn

SAKHIR - La recente vittoria di Sebastian Vettel in Cina ha posto temporaneamente la Red Bull come unica seria avversaria della Brawn GP. Il team con base a Milton Keynes ha, infatti, trovato nella RB 5 una monoposto affidabile e veloce, nonostante, ad oggi, non solo non adotti il KERS, ma non sia nemmeno dotata, quantomeno sino al GP di Monte Carlo, del famigerato diffusore che invece caratterizza la BGP 001.

La sfida tecnica tra i due team, o meglio tra le due monoposto, di fatto però sottende un altro confronto diretto, quello tra due tecnici che, seppur ricoprendo ruoli differenti nelle rispettive squadre, rappresentano decisamente il punto di riferimento tecnico e strategico dei due team. Stiamo parlando di Adrian Newey e Ross Brawn, rispettivamente direttore tecnico della Red Bull e team principal della scuderia che porta il suo nome, la Brawn GP.

Si può dire senza timore di smentita che le due monoposto portino il marchio di fabbrica di ognuno dei loro due artefici. Certo è d’uopo precisare che Ross Brawn non è mai stato un progettista nel senso più stretto del termine, ma come direttore tecnico, sia con la Benetton che, successivamente, in Ferrari, la sua visione globale del progetto ha sempre influenzato l’impostazione di base delle monoposto dei suoi team. La semplicità, la funzionalità e la ricerca di un equilibrio sia aerodinamico sia dinamico della vettura, hanno caratterizzato ogni progetto sotto la sua direzione.

La BGP 001 ne è la chiara testimonianza. Focalizzati i punti cruciali, intesi come un’aderenza meccanica considerevole e la capacità di generare carico con il corpo vettura, la BGP 001 rappresenta, proprio per questi motivi, una vettura facile da assettare, da adattare a ciascun tracciato, senza richiedere modifiche appariscenti. Il diffusore è decisamente un elemento importante, ma d’altro canto non l’unico che garantisce competitività. Tutto lo studio, sia aerodinamico sia delle sospensioni, di fatti, va nella direzione sopraccitata, cioè quella del miglior equilibrio possibile.

Adrian Newey, a differenza di Brawn, è un progettista puro, con una particolare sensibilità ed inventiva in campo aerodinamico. Parlare di inventiva può decisamente apparire fuori luogo ed anacronistico, considerando le attuali metodologie progettuali, che si affidano a ricerche in galleria del vento suffragate poi da simulazioni al computer. Ciononostante, la capacità di Newey è stata sempre quella di capire con largo anticipo quale impostazione, a livello di concetto aerodinamico base del progetto, avrebbe rappresentato la chiave di volta per una maggior competitività delle sue monoposto. Anzi, potremmo definirle “miniposto”, per la tendenza del progettista inglese a ridurre al minimo gli ingombri, la sezione frontale delle sue vetture. Un caso tra tutti: quello della March CG 901 del 1991, le cui dimensioni dell’abitacolo erano talmente esigue da imporre ai piloti di inserirsi al posto guida con le gambe poste distese una sopra l’altra.

La Red Bull RB5 colpisce sia per una sezione frontale ridottissima, così come per l’altezza minima delle fiancate verso la parte posteriore. Accanto l’adozione di leve molto lunghe per i triangoli inferiori della sospensione anteriore, che garantiscono una elevato recupero di camber, in pratica, rapidità nei cambi di direzione. Newey sembra esser riuscito, di fatto, ad inserire in questa monoposto tutti gli elementi che erano stati caratterizzanti per la competitività delle vetture vincenti da lui progettate in passato.

Brawn e Newey sembrano dunque essere personalmente incisivi, anzi addirittura fondamentali, nel bilancio prestazionale delle due monoposto. Un fatto che negli anni ’80 non avrebbe stupito, ma che ora sembra quasi essere anacronistico, considerando quasi irrilevante il “peso specifico” di un singolo tecnico. Nell’attuale realtà iper-specializzata, forse, si era sottovalutata l’importanza di una visione globale del progetto di una monoposto. Una visione che soprattutto per chi ha grande esperienza, proprio nel caso di grandi cambiamenti regolamentari, consente ancora di capire e correggere gli errori, senza affidarsi solo ai numeri forniti dai computer. Forse si sta ritornando, o nella verità non ci si era mai davvero allontanati, ad una Formula 1 in cui, i nomi contano. Mai come in questi due casi, la fama risulta del tutto meritata.

Nel GP del Bahrein vince ancora Button ... primi punticini per la Ferrari

SAKHIR, 26 aprile - Formula Uno ancora nel segno di Jenson Button e della BrawnGP. Il pilota inglese ha vinto il Gran Premio del Bahrein, ottenendo così la sua terza vittoria su quattro gare disputate fino ad ora. Button ha preceduto sul podio la Red Bull di Sebastian Vettel, vincitore del GP della Cina, e la Toyota di Jarno Trulli, che era partito dalla pole-position. Quarta piazza per il campione del mondo della McLaren, Lewis Hamilton, davanti all'altra BrawnGP di Rubens Barrichello. Button estende, così, la sua leadership nel Mondiale piloti portandosi a 31 punti davanti a Barrichello (19) e Vettel (18).

FERRARI, PRIMI PUNTI - Dopo quattro GP arrivano i primi punti per la Ferrari. Li conquista Kimi Raikkonen che chiude con il sesto posto che vale tre punti nella classifica del Mondiale piloti. Problemi, invece, per Felipe Massa, protagonista di una gara in salita dopo un problema alla partenza che lo ha costretto subito a una sosta ai box. Il brasiliano ha provato per tutto il Gran Premio a recuperare posizioni, ma senza successo. Un peccato per le 'rosse', apparse decisamente più competitive dopo il disastroso avvio di stagione. Raikkonen è stato in grado di lottare con i primi per lunghi tratti della corsa, trovandosi anche a condurre la gara per qualche giro. La Ferrari riparte da tre, quindi, in attesa dell'arrivo delle prime gare in Europa (il prossimo GP si corre in Spagna), che dovrebbe vederla lottare per la prima vittoria.

DISASTRO BMW - In zona punti anche Timo Glock con la Toyota e Fernando Alonso con la Renault. Gara disastrosa, invece, per Robert Kubica con la BWM, vincitore in Bahrein lo scorso anno. Il polacco ha chiuso penultimo davnati al compagno di team Heidfeld. Nakajima, infine, è stato lunico pilota costretto al ritiro
GP Bahrain.

Pos Pilota Naz. Team Tempo
1 Jenson Button GBR Brawn GP 1:31:48.182
2 Sebastian Vettel GER Red Bull 0:07.100
3 Jarno Trulli ITA Toyota 0:09.100
4 Lewis Hamilton GBR McLaren 0:22.000
5 Rubens Barrichello BRA Brawn GP 0:37.700
6 Kimi Räikkönen FIN Ferrari 0:42.000
7 Timo Glock GER Toyota 0:42.800
8 Fernando Alonso SPA Renault 0:52.700
9 Nico Rosberg GER Williams 0:58.100
10 Nelsinho Piquet BRA Renault 1:05.100
11 Mark Webber AUS Red Bull 1:07.600
12 Heikki Kovalainen FIN McLaren 1:17.800
13 Sébastien Bourdais FRA Toro Rosso 1:18.800
14 Felipe Massa BRA Ferrari 1 Giro
15 Giancarlo Fisichella ITA Force India 1 Giro
16 Adrian Sutil GER Force India 1 Giro
17 Sébastien Buemi SVI Toro Rosso 1 Giro
18 Robert Kubica POL BMW Sauber 1 Giro
19 Nick Heidfeld GER BMW Sauber 1 Giro
20 Kazuki Nakajima GIA Williams Ritirato

sabato 25 aprile 2009

Trulli precede Glock e Vettel, che pole Toyota!

Jarno Trulli in pole! Doppietta Toyota completata da Glock e conferma, l'ennesima, per il talento tedesco Sebastien Vettel. Questo il verdetto delle qualifiche ufficiali del gran premio del Bahrain, in programma domani.

Partono subito alla grande le Toyota, già dalla Q1 danno il tempo e gli altri inseguono. Anche le Ferrari evidenziano fin dal primo giro i miglioramenti dell'ultima settimana e lasciano ben sperare per la gara di domani. I primi punti della stagione sembrano a portata di mano. Un fallimento anche domani sarebbe un record negativo difficilmente digeribile dalla scuderia di Maranello. Ci sarà il presidente domani, Montezemolo, a fianco del team, per dare quello spirito di gruppo, l'unione, fondamentale.

E se le Toyota sorridono dal primo giro alla pole di Trulli, si piange in casa BMW. Un disastro totale! La monoposto di Kubica prende fuoco in un paio di occasioni, per fortuna nessun problema, si rompe la radio, i pneumatici fanno i capricci e il polacco, insieme al collega Heidfeld, salutano presto la pista e rientrano, arrabbiati, ai box.

E buona la prestazione del campione del mondo Hamilton, quinto. Chiudono le Ferrari di Massa all'ottavo posto e Raikkonen al decimo. Massa che nel dopo qualifiche sottolinea i passi avanti delle Rosse: "Direi che dobbiamo e possimo puntare ai punti domani in gara. Siamo migliorati molto e vedremo domani quello che succederà". E il compagno Raikkonen, con solita freddezza ribadisce: "Possiamo lottare per andare a punti domani. Si, ci crediamo, siamo migliorati".

Ma il più contento oggi è sicuramente Jarno Trulli, autore di un giro perfetto: "Sono davvero soddisfatto e lo siamo naturalmente tutti. Un risultato fantastico che premia il gran lavoro dei tecnici. Fantastico! Ho avuto solo qualche problema ai freni ma alla fine ho tirato ugualmente ed è arrivata la pole. Sono felicissimo!". Trulli che dedica la poleposition ai terremotati dell'Abruzzo.

E il talento Vettel , terzo, conclude con un occhio già alla gara:" Sessioni ottime. Grande soddisfazione e per la gara di domani ottimismo. La mia macchina è veloce e tutto può succedere!"

giovedì 23 aprile 2009

GP del Bahrain

Mappa del circuito

Manama Circuito

Info su GP del Bahrain

Lunghezza 5.412 km
Giri 57 (308.238 Km)
Podio anno scorso 1. F. Massa 2. K. Raikkonen 3. R. Kubica
Giro record M. Schumacher - 1'30''252 (2004, Ferrari)
Pole record M. Schumacher - 1'30''139 (2004, Ferrari)
Pole anno scorso R. Kubica - 1'33''096 (BMW Sauber)

Venerdì 24 Aprile
09:00 am
01:00 pm
Sabato 25 Aprile
10:00 am
01:00 pm
Domenica 26 Aprile
02:00 pm

LA VIGNETTA DEL GP

domenica 19 aprile 2009

Shanghai s'inchina a Sebastien Vettel! nuovo Re della pioggia...


La Red Bull mette le ali a Shanghai con una doppietta firmata Vettel-Webber. Alle loro spalle i due piloti Brawn Gp, Button e Barrichello. Delude ancora una volta la Ferrari, mentre il campione in carica Hamilton chiude il Gp solo sesto

La Cina si inchina davanti a Sebastien Vettel! Il pilota più giovane della Formula 1, classe 1987, sale sul primo gradino del podio dopo essersi reso protagonista di una gara perfetta. Alle sue spalle il compagno di squadra Mark Webber e il tandem della Brawn Gp Button-Barrichello. Delusione Ferrari, con Felipe Massa fuori al ventesimo giro per un guaio elettrico e Raikkonen solo decimo. Out anche Jarno Trulli al diciottesimo giro, mentre il campione del mondo in carica Lewis Hamilton chiude in sesta posizione. In zona punti anche Kovalainen quinto, Glock settimo e Buemi ottavo.

La maledizione della pioggia si abbatte ancora una volta sulla Formula 1. A Shanghai le condizioni metereologiche impongono un inizio di gara in regime di Saftey Car. E' tempo di strategia. C'è chi, come Massa, parte con ben 85 chili di benzina con l'obiettivo di fermarsi una sola volta nell'arco dei 56 giri, e chi, invece, si avvale della tattica opposta, come Rosberg e Alonso, partiti decisamente meno pesanti per sfruttare la velocità nella fase iniziale della corsa. Dopo otto giri la "partenza" vera e propria senza Saftey Car con Vettel davanti a Webber, Barrichello, Button, Trulli e Hamilton.

Nonostante la scarsissima visibilità e il forte vento abbattutosi su Shanghai, la Ferrari sembra voler invertire la marcia negativa dei Gp precedenti. Felipe Massa è in gran spolvero e si rende protagonista di una gara straordinaria. Nei primi venti giri il ferrarista risale dalla tredicesima alla terza posizione, ma non è che il preludio al disastro. A 36 giri dalla fine il motore della Rossa di Massa si spegne. "Sembra un problema elettrico, non c'è stata nessuna avvisaglia" commenta a caldo il brasiliano, fortemente amareggiato per l'epilogo della sua gara, fino a quel momento impeccabile. Lo stesso non può dirsi dell'altro ferrarista Kimi Raikkonen, al centro di una prestazione decisamente deludente al termine della quale la Rossa, per la terza volta consecutiva, resta a bocca asciutta mantenendo immacolata la classifica.

Che duello Red Bull-Brawn Gp! Vettel-Webber-Button: vero e proprio trio delle meraviglie a Shanghai, dove i tre danno vita ad una gara a sè ricca all'insegna di sorpassi e cambi di fronte da cardiopalma. Sebastien Vettel, tuttavia, riesce a tenere saldamente tra le mani le redini della corsa tagliando per primo il traguardo davanti al compagno di squadra Max Webber. Il leader della classifica Jenson Button è alle loro spalle e, nella seconda metà della gara, sembra quasi accontentarsi prudentemente del terzo gradino del podio, mentre Rubens Barrichello conquista il quarto piazzamento.

Gp da dimenticare per la Ferrari, ma anche per la Toyota di Jarno Trulli, la cui gara finisce al giro 18 a causa di un tamponamento ad opera di Robert Kubica. "Ho solo sentito la botta dietro, ma non mi sono reso conto da dove venisse o chi fosse il pilota. In ogni caso è stata una giornata nera, ero comunque troppo lento, come sempre in Cina", ha detto l'azzurro una volta giunto ai box. La pioggia ha creato problemi anche al campione del mondo in carica Lewis Hamilton, alle prese con una serie di testacoda, ma comunque in zona punti con il sesto piazzamento alle spalle del suo compagno di squadra Kovalainen.

sabato 18 aprile 2009

Grande Vettel in Pole!!! . Alonso partirà al suo fianco

Sorpresa sul circuito di Shanghai: in pole il tedesco della Red Bull. Buona la prova dello spagnolo della Renault che supera un soffio Mark Webber. Ferrari non benissimo: Raikkonen ottavo, Massa fuori nella seconda manche

Sorpresa in Cina! Sul circuito di Shanghai, infatti, tutti si aspettano un successo delle Brawn che, dopo le ottime prestazioni di quest'inizio di stagione, appare quasi scontato, invece, ecco quello che non ti aspetti: Sebastian Vettel. Il giovane tedesco della Red Bull conquista la pole, la seconda della sua carriera dopo quella di Monza dello scorso anno in sella alla Toro Rosso, battendo il pilota della Renault Fernando Alonso e il compagno di scuderia Mark Webber.

Per la prima volta le Brawn non sono al comando, Rubens Barrichello si piazza, infatti, al quarto posto, e per la prima volta in questa stagione davanti al compagno Jenson Button che deve accontentarsi della quinta posizione.

Con le temperature leggermente più alte, scendono in pista le McLaren e le BMW provviste di KERS (in realtà solo Heidfeld lo monta, il suo compagno Kubica sembra farne volentieri a meno e al termine delle qualifiche i due piloti della scuderia tedesca ragranellano appena un 11/0 e un 18/0 posto). Il primo a scaldare i motori è Giancarlo Fisichella che segna anche il primo tempo di riferimento, immediatamente battuto da Buemi , Rosberg e Vettel. La gara è combattuta sin dagli inizi e Felipe Massa mostra di voler dire la sua. La sua Ferrari, senza KERS e con gomme morbide conquista la prima piazza ma subito la cede a Vettel che, invece, utilizzava la mescola dura. Al termine della prima manche, durata venti minuti, ecco i primi eliminati: insieme a Sutil, Fisichella, Piquet e Bourdais è fuori, a sorpresa, Kubica.

Nella seconda parte delle qualifiche, invece, aprono le danze le Williams di Nakajima e Rosberg seguite dalle Brawn e man mano dal resto del plotone. Tra gli ultimi a scendere in pista Vettel, forse un po' troppo sicuro delle sue possibilità e a vedere com'è andata a finire non ha tutti i torti. Tutti vogliono la pole, ma anche questi quindici minuti non risparminao sorprese, come l'eliminazione di Massa, escluso insieme e Nakajima, Glock, Heidfeld e Kovalainen. Non benissimo, dunque, la Ferrari che, nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler recuperare qualche posizione. Ottima performance, invece, quella delle Red Bull che, dopo i primi posti conquistati nella Q2 si ripetono anche in quella successive. E' proprio il caso di dirlo, la Red Bull mette le ali e, in barba ai diffusori, conquista la pole position con Vettel che precede di due decimi Alonso. Terzo posto per Webber che partirà dalla seconda fila insieme alla Brawn di Barrichello. Button deve accontentarsi della terza fila insieme a Trulli. La Ferrari punta su Raikkonen, ottavo e in partenza dalla quarta fila con Rosberg. Concludono Hamilton e Buemi.

Pos Pilota Naz. Team Tempo
1 Sebastian Vettel GER
1:36.184
2 Fernando Alonso SPA
1:36.381
3 Mark Webber AUS
1:36.466
4 Rubens Barrichello BRA
1:36.493
5 Jenson Button GBR
1:36.532
6 Jarno Trulli ITA
1:36.835
7 Nico Rosberg GER
1:37.397
8 Kimi Räikkönen FIN
1:38.089
9 Lewis Hamilton GBR
1:38.595
10 Sébastien Buemi SVI
1:39.321
11 Nick Heidfeld GER
1:35.975
12 Heikki Kovalainen FIN
1:36.032
13 Felipe Massa BRA
1:36.033
14 Timo Glock GER
1:36.066
15 Kazuki Nakajima GIA
1:36.193
16 Sébastien Bourdais FRA
1:36.906
17 Nelsinho Piquet BRA
1:36.908
18 Robert Kubica POL
1:36.966
19 Adrian Sutil GER
1:37.669
20 Giancarlo Fisichella ITA
1:37.672

venerdì 17 aprile 2009

Ferrari, niente kers in Cina


In Cina il Cavallino non utilizzerà il Kers per motivi di sicurezza. Nel frattempo, a Maranello si lavora freneticamente per recuperare il tempo perso e presentare il più presto possibili una monoposto equipaggiata di diffusore che potrebbe essere pronta, però, solo in Turchia

Non è sicuramente un buon periodo per la Ferrari. Il Cavallino, oltre ad aver collezionato la bellezza di zero punti nei primi due Gp dell'anno, si è visto riggettare dalla Fia il ricorso presentato contro i 'magici' diffusori utilizzati da Brawn GP, Toyota e Williams.

Inoltre, come si è visto in Malesia, a Maranello piove sul bagnato. A Shanghai, per il GP della Cina , Massa e Raikkonen non potranno utilizzare il Kers. Lo ha comunicato la stessa scuderia italiana che ha precisato che la scelta è stata fatta per motivi di sicurezza, come ha confermato Stefano Domenicali, direttore della squadra di Maranello: "Pensavamo di aver capito il problema, ma ci siamo accorti che non è così.

Il KERS ha dato particolari problemi a Raikkonen nella prima sessione in Malesia, dove l'ex campione del momento si è trovato inondato di fumo e di un odore tossico nel suo abitacolo dovuto al fatto che, con il KERS fuso, si è azionato l'estintore. "In questo weekend dobbiamo fare la cosa migliore in attesa dei nuovi sviluppi sull'auto", ha continuato Domenicali. "Per riassumere, non siamo felici e dobbiamo reagire immediatamente. E' importante rimanere freddi e calmi. Così le nostre speranze per Shanghai è di fare il massimo che possiamo, sarà difficile vincere, ma dobbiamo cercare la massima prestazione".
E' un problema di sicurezza e su questo non possiamo permetterci distrazioni. Certo, vediamo delle squadre che non lo usano e che ci sono davanti, e questo non è un buon segnale. Un'auto senza kers vorrebbe dire ridisegnare tutta la vettura, ma dopo questo fine settimana dovremmo saperne di più".

Un'arma in meno, dunque, per la Ferrari che si ritrova in costante affanno e alla disperata ricerca di illuminanti soluzioni per raddrizzare una stagione che rischia seriamente di essere fallimentare. La sentenza della Fia sui diffusori ha mandato nel panico gli uomini del Cavallino: Baldisseri non è partito per la Cina e, dietro a questa scelta, c'è sicuramente la volontà di accelerare in maniera decisiva lo sviluppo della nuova monoposto. Ma la Ferrari è esageratamente indietro: nelle migliori delle ipotesi, infatti, la nuova vettura con i diffusori potrebbe essere pronta solamente in Turchia, il prossimo 7 giugno. A Istanbul, però, si correrà la settima gara dell'anno - sulle 17 totali - e dunque potrebbe essere troppo tardi per recuperare punti a un Button e a una Brawn Gp fin qui devastanti e nettamente superiori.

Tra le altre scuderie, invece, la Renault (che in Cina avrà regolarmente il Kers, così come la BMW) potrebbero avere a disposizione la nuova vettura (con diffusori) già a Shanghai, o al massimo una settimana dopo in Barhain. Questo perchè, la Renault si era già mossa da tempo: lo scorso settembre, infatti, la Fia aveva bocciato un progetto simile a quello presentato dalla Brawn, e quindi la scuderia francese può tranqullamente rispolverare quel progetto mai abbandonato anche se ovviamente il tempo perso è ormai tanto. Anche la McLaren si sta muovendo per limare lo svantaggio dalla Brawn GP, ma la nuova monoposta con il diffusore non sarà pronta nell'immediato. Ci sarà probabilmente un primo tentativo in Spagna (il prossimo 10 maggio luglio), in alternativa si punterà al GP di Germania (12 luglio), ovvero termine ultimo per presentare la vettura col diffusore. Norbert Haug (capo Mercedes, ndr), nei giorni scorsi, era stato abbastanza chiaro però: "I nove mesi di sviluppo che ha avuto la Brawn, non si possono recuperare in nove settimane...".

Insomma, la corsa contro il tempo è scattata un po' per tutti anche se Ferrari e McLaren rischiano seriamente di presentarsi per lo sprint finale da grandi favorite ma con un ritardo oramai incolmabile.

giovedì 16 aprile 2009

GP della Cina 2009

Mappa del circuito
Shanghai Circuito

Info su GP della Cina

Lunghezza 5.451 km
Giri 56 (305.066 Km)
Podio anno scorso 1. L. Hamilton 2. F. Massa 3. K. Raikkonen
Giro record M. Schumacher - 1'32''238 (2004, Ferrari)
Pole record R. Barrichello - 1'34''012 (2004, Ferrari)
Pole anno scorso L. Hamilton - 1'36''303 (McLaren)


Venerdì 17 Aprile 04:00 am Prove Libere 1
08:00 am Prove Libere 2
Sabato 18 Aprile 05:00 am Prove Libere 3
08:00 am Qualifiche
Domenica 19 Aprile 09:00 am Gara (56 giri)

martedì 14 aprile 2009

TORNANO LE VIGNETTE!! DEI GP D'AUSTRALIA E MALESIA


Moto GP del Qatar - A Losail, vince la ROSSA di Casey Stoner

L'australiano domina dal primo all'ultimo giro il Gp del Qatar; secondo posto per Valentino Rossi, staccato però di circa 8 secondi dal ducatista. Terza l'altra Yamaha di Jorge Lorenzo

E per fortuna che lui e la Ducati non volevano nemmeno correre di lunedì dopo il rinvio per pioggia del giorno prima. Casey Stoner si impone in maniera netta in Qatar, primo appuntamento del Motomondiale 2009 classe MotoGp, bissando il successo dell'anno scorso (sempre in notturna) e vincendo per il terzo anno di fila l'appuntamento che apre la stagione delle due ruote (sempre qui sulla pista del Qatar).

Gara a senso unico con il Canguro della Ducati che, una volta scattato dalla pole position, mantiene la prima posizione cominciando sin dalle prime curve a imprimere un ritmo di gara impensabile per tutti gli altri. Valentino Rossi, dopo esser scivolato in quarta posizione, comincia la sua personalissima rimonta scavalcando in pochi giri prima Lorenzo e poi Capirossi. Il campione del mondo in carica della MotoGp si mette così alla caccia dello storico avversario riuscendo a rosicchiare decimi su decimi all'australiano. Dopo un iniziale distacco di circa tre secondi, Rossi riesce a dimezzare il gap da Stoner ma a circa metà gara le prestazioni del campione di Tavullia crollano, forse a causa dell'usura delle gomme della sua M1. Solo un'ipotesi quella delle gomme, visto che da quest'anno i piloti vestono tutti i medesimi pneumatici (Bridgestone) ma lì davanti Stoner continua a spingere.

Rossi e il ducatista fanno una gara a sè, mentre nelle retrovie Capirossi comincia a perder terreno prima di finire per terra con la sua Suzuki all'ottavo giro. Dovizioso (Honda) non riesce a confermare per tutti e 22 i giri le buone prestazioni di inizio gara e si accontenta di chiudere al quinto posto alle spalle di altre due Yamaha, quella di Edwards e soprattutto quella ufficiale di Jorge Lorenzo, che va a completare il podio. Il resto della gara è un monologo di Stoner che alla fine infliggerà un distacco di quasi 8 secondi a Rossi: un'eternità. Ma è solo il primo appuntamento di questo Motomondiale che rischia di essere uno dei più divertenti ed equilibrati degli ultimi anni, con il Canguro della Ducati più che mai determinato a riprendersi il titolo iridato.

Gli altri. Dani Pedrosa (Honda) ha fatto il possibile - viste le precarie condizioni fisiche con cui ha corso il campione spagnolo - chiudendo in 11° posizione davanti ad Hayden (Ducati), Gibernau e Marco Melandri. Proprio la prestazione di Kentucky Kid con l'altra Desmosedici ufficiale conferma ancora una volta che c'è un solo pilota in grado di domare la Ducati: ovvero, Stoner. Niccolo' Canepa ha esordito in MotoGp con un ultimo posto.

mercoledì 8 aprile 2009

IL ROMPIBIELLE - Che bel casino… ma la safety car? - di Gian Carlo Minardi

Il secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1 sul tracciato internazione di Sepang è un Gran Premio difficile da interpretare e decifrare, in quanto in quelle condizioni era praticamente impossibile gareggiare. Dalla mia esperienza comunque, correre alle 2 del pomeriggio o alle 5 non cambia nulla, infatti in questa stagione in Malesia la pioggia arriva sempre: è arrivata alle 14.00 quando doveva partita le seconda gara della GP2 Asia (e solo dopo 2 ore di sole la pista si è asciugata) e alle 18.00 a corsa inoltrata.

Come ho detto prima non è facile fare un’analisi di questa corsa in cui è successo praticamente di tutto: dalla condizione di pista asciutta, all’arrivo del nubifragio, passando per i momenti sbagliati per montare gomme sbagliate. I risultati di qualifiche e gara ci hanno dato la conferma delle buone prestazioni da parte dei team sotto inchiesta (Brawn, Toyota e Williams) che sembrano avere una marcia in più, con anche una buona Red Bull (la prima delle monoposto senza “buco” e KERS) e una Ferrari, insieme alla Renault, in affanno, ancora senza punti dopo due appuntamenti. Ora siamo tutti in attesa della sentenza definitiva di Parigi del 14 aprile e dei due prossimi Gran Premi (Cina 18-19 e Bahrain 24-26) che potrebbe iniziare a delineare le forze in campo.

La Malesia è stata anche l’occasione per vedere in azione su una “pista vera” il KERS, che a mio parere si è rivelata una soluzione fallimentare fino ad oggi, sotto l’aspetto del rapporto costi/risultati: al pronti via da il suo contributo, come abbiamo potuto vedere con la partenza di Alonso dove ha recuperato diverse posizioni, ma nella gestione della gara ha messo in difficoltà chi lo usava. Fernando ha dovuto poi cedere diverse posizioni perché comunque non riusciva a tenere il passo, come abbiamo potuto vedere nel momento del sorpasso di Jenson Button. Se su una pista come quella malese i risultati sono questi, allora i lati negativi sono maggiori dei benefici. La stessa Red Bull, che è la prima delle monoposto non sub judice, non è dotata del KERS e Sebastian Vettel, senza la penalizzazione delle 10 posizioni per l’incidente con Kubica in Australia, avrebbe certamente dato “fastidio” ai primi.

Siamo solo alla seconda gara e abbiamo vissuto un week end caotico, dove il maltempo l’ha fatta da padrone: contrariamente a quello che si legge è molto difficile fare dei processi anche se la Ferrari ha commesso qualche errore di troppo che deve far pensare. Dobbiamo però diversificare l’episodio del sabato da quello di domenica: durante le qualifiche, fino a un minuto e mezzo dalla fine della Q1, Massa e Raikkonen erano in ottava e nona posizione, mentre poi la situazione è cambiata notevolmente, come tutti sappiamo. Con una forbice così ristretta (15 vetture in poco più di un secondo) bisogna ragionare in modo differente in ottica qualifica: a mio avviso l’errore bisogna ricercarlo nella volontà di risparmiare il set di gomme soft con il quale la Ferrari aveva mostrato un buon ritmo. Per quanto riguarda l’episodio di domenica, possiamo giudicare solo l’eventuale scelta sbagliata di mescola (anche se è troppo facile con il senno del poi), ma non il momento del rientro ai box poiché la sosta non era più ritardabile, in quanto era già stato raggiunto il limite con il carburante.

Voglio però fare un’osservazione che pochi hanno fatto: ancora una volta la safety car è entrata in netto ritardo. Ritardando l’ingresso ha fatto sì che si percorresse il 50% della gara perché se no, molto probabilmente, non si sarebbe fatto neanche quello. Inoltre due giri prima, quando secondo me c’erano già tutte le condizioni per farla entrare, la classifica era molto diversa con la Ferrari, ad esempio, in zona punti. Una settimana fa è stata chiamata tardi favorendo Button e anche oggi, con molta probabilità, si starebbe parlando di un’altra classifica.

Tra gli episodi questo lungo e travagliato fine settimana c’è stata anche la vicenda Hamilton-Trulli: infatti, a distanza di sette giorni, è arrivata la squalifica di Lewis Hamilton e della McLaren Mercedes con Jarno che ha riconquistato il terzo posto nella classifica finale dell’Australia. A mio giudizio personale è davvero ridicolo quello che è successo, sia in Australia dove una scuderia ha fatto mentire il suo pilota, sia in Malesia dove la McLaren ha cacciato Dave Ryan che a mio modesto parere non può essere l’unico colpevole. Sul muretto ci sono altre nove persone: mi rifiuto di credere che questa decisione sia derivata da una conversazione privata tra Hamilton e Ryan. Hanno commesso un errore molto grave in quanto sanno benissimo che tutte le conversazioni sono registrato, ma soprattutto hanno fatto mentire il loro pilota. E’ stato sicuramente un brutto episodio di sport che ancora una volta ha avuto come protagonista il team inglese dove il pilota poteva pagare a caro prezzo la sua dichiarazione.

Forse è meglio archiviare questo Gran Premio che non ci ha ancora fatto realmente capire i valori messi in campo in quanto sono entrate in gioco troppe variabili e fattori esterni. Ad esempio, se a Trulli avessero montato la mescola come richiesto esplicitamente da lui via radio (le stesse usate poi da Glock) molto probabilmente avrebbe vinto lui questa gara, visti i tempi e la rimonta fatta dal suo compagno di scuderia. Vi do appuntamento al 14 aprile, dopo l’epilogo della vicenda Brawn GP, Toyota e Williams.

Gian Carlo Minardi

martedì 7 aprile 2009

TERREMOTO ......IN CASA MC LAREN La Mercedes pensa al ritiro !!

Garantita per il 2009, la presenza della Mercedes nella categoria regina non è invece sicura per gli anni successivi. Le difficoltà incontrate dalla scuderia McLaren e la menzogna al GP d’Australia hanno riacceso le voci di un possibile ritiro della marca tedesca.
Secondo il giornale tedesco Südwestrundfunk, questa settimana è prevista una riunione dei principali azionisti del Gruppo Daimler a cui fa capo il marchio della stella. Il costruttore tedesco al momento sarebbe in perdita di un miliardo di dollari ogni mese . Ricordiamo che il settore automobilistico sta vivendo una grave crisi in questo momento ed esige misure drastiche come ad esempio l’imposizione di un tetto per gli stipendi dei dirigenti, misura che dovrebbe essere discussa nella riunione alla sede sociale di Stoccarda.

Gli azionisti McLaren decideranno il destino di Whitmarsh

E' in bilico il destino di Martin Whitmarsh, il team manager della McLaren che ha sostituito quest'anno Ron Dennis, con minor fortuna del suo predecessore. Whitmarsh, dopo il fattaccio di Melbourne avrebbe potuto dare le dimissioni, non l'ha fatto perchè a decidere saranno gli azionisti del team di Woking. "Non ho dato le dimissioni in questo weekend" ha detto Whitmarsh, "Abbiamo un impegno che dobbiamo mantenere. Da questa esperienza impareremo, sapendo che abbiamo il potenziale per migliorare. Ma devo tener conto guardare cos'è meglio per la squadra.
"Whitmarsh, 50 anni e 20 di carriera in McLaren, ammette di aver pensato all'addio: "Non è un bel momento per me. Sto pensando a rivedere il mio futuro, ma saranno gli azionisti a decidere la mia sorte".

Intanto in Malesia, Nobert Haug ha fatto sapere nel weekend di Sepang che non ci sono garanzie sull'impegno a lungo termine in F1.
"Se mi state chiedendo 'sarete qui fra 10 anni?' allora tutti quelli che sono onesti, ed io sono onesto, non possono dare una risposta su come il mondo, l'industria dell'auto, e l'economica globale si svilupperanno" ha spiegato il responsabile delle attivita' sportive Mercedes a GP Week.
"Spero che la situazione cambi. Non e' facile per tutti, ma spero cambi" ha aggiunto.
Ad Haug e' stato chiesto se il recente scandalo sulle bugie del team e di Lewis Hamilton ai commissari potrebbe complicare la situazione unita alla scarsa competitivita' attuale della McLaren. Lunedi' si e' appreso che la FIA potrebbe convocare il team innanzi al Consiglio Mondiale del Motorsport per il loro comportamento scorretto. "Delle vittorie sarebbero meglio di discussioni del genere" ha ammesso il tedesco. "Siamo ovviamente insoddisfatti della situazione attuale".

La McLaren rischia altre sanzioni

E non finisce qui .... La McLaren, già recidiva a causa della spy story, rischia di essere ulteriormente sanzionata dalla FIA in base a quanto successo a Melbourne, avendo fatto mentire Hamilton sul sorpasso effettuato da Trulli nei suoi confronti. Al momento a pagare per quanto è avvenuto è stato il solo David Ryan, allontanato dal boss Martin Whitmarsh. Hamilton ha deciso di fare una confessione pubblica, porgendo le scuse a tutti per quanto successo e lui potrebbe uscire indenne dall'inchiesta. A rischiare dunque è la squadra, che potrebbe essere estromessa dai punti per alcuni Gran Premi o addirittura essere squalificata per l'intera stagione.
Ora si attende il rapporto dei commissari alla FIA, dove sarà Max Mosley a decidere la sanzione da applicare. Il presidente si starà già fregando le mani, visto che non ci sono buoni rapporti tra le parti e chissà che certe decisioni non possano spingere Hamilton ad un addio alla sua attuale squadra per accettare nuove sfide.

Gli attriti fra Lewis e la McLaren scatenano voci e fantasie. Il campione del mondo fatica e non voleva correre a Sepang. Ma ha un contratto con il suo team fino al 2013

Ha abbracciato Martin Whitmarsh in maniera sinceramente affettuosa e poi ha giurato che in Cina sarà al suo posto nell’abitacolo della McLaren numero 1: per ora Lewis Hamilton ha deciso di far prevalere la ragione (e un contratto) al cuore.
Avesse dato retta a quest’ultimo avrebbe probabilmente detto bruscamente addio alla F.1 dopo il caos malese. Ma è giovane (23 anni) e correre continua a piacergli a patto che possa farlo divertendosi. Cosa che nelle sue prime tre travagliate stagioni alla McLaren non gli è capitato spesso.
La spy-story, la guerra interna con Alonso, certe sanzioni rimediate in pista e poi l’infamante accusa di essere un bugiardo per aver deciso di ubbidire al team.
Ora basta: per rispettare il contratto che scade nel 2013, Hamilton pretende da Ron Dennis precise garanzie di correttezza, limpidezza e onestà. Altrimenti è pronto a cambiare aria. In questi giorni turbolenti ha ricevuto un sacco di offerte per correre anche in altre categoria ma ovviamente la sua priorità è restare nei gran premi. Un sogno che aveva da bambino lo ha realizzato, diventare campione del mondo. L’altro - guidare una macchina rossa chiamata Ferrari - ancora no. Ci avrebbe forse rinunciato per sempre, avendo un debito di riconoscenza nei confronti della McLaren, ma dopo quanto è successo ora sta forse cambiando idea. E dunque non è un caso che Lewis stia cercando di capire se davvero Alonso abbia in mano qualcosa di concreto per approdare a Maranello. Ben sapendo che in quel caso le porte per lui sarebbero ermeticamente sigillate.